Tumori, a Lecce la percentuale più alta di morti
Un tema molto scottante, quello della mortalità per tumori, discusso ieri a Lecce, presso Palazzo Carafa. I dati presentati durante i lavori del Consiglio non sono positivi: secondo un rapporto del Ministero della Sanità, nel lasso di tempo compreso tra il 1990 e il 2008, la mortalità per tumori in Puglia ha avuto un’impennata, aumentando del 35% tra la popolazione maschile e femminile entro gli 84 anni di età, con Lecce che registra un’incidenza maggiore rispetto a Brindisi e Taranto, che detengono la leadership dell’inquinamento industriale. E proprio questi dati hanno spinto i consiglieri comunali, secondo l’art. 57 dello Statuto interno, a chiedere il Consiglio aperto, con la partecipazione di rappresentanza di organi competenti.
Ad aprire il dibattito è stato il consigliere Carlo Salvemini, che ha ricordato che il ministro dell’Ambiente Clini, lo scorso settembre, ha dichiarato che la mortalità per tumore a Lecce è superiore a quella di Taranto. E sulla falsariga di Clini si è schierato anche il presidente dell’Ilva, Riva. “Da tempo la comunità chiede di conoscere le cause dell’elevata incidenza tumorale del territorio, soprattutto con i fatti degli ultimi mesi che hanno coinvolto l’Ilva di Taranto. – ha detto Salvemini – E’ importante far partire un segnale di conoscenza ed approfondimento per definire una linea di intervento”.
Poi è toccato a Giorgio Assennato prendere la parola. Ed Assennato, nel presentare i dati raccolti nel registro tumori di Puglia, ha illustrato anche il confronto tra le 4 province di Brindisi, Lecce, Taranto e BAT: “I dati rappresentano un input valido per successivi approfondimenti, ma che forniscono la risposta ai possibili fattori alla base di eventuali eccessi che giustificherebbero l’alta tumoralità”. E tra questi fattori, Assennato ha considerato l’aumento del consumo delle sigarette, le immissioni industriali brindisine o quelle delle piccole industrie locali, il gas radon del sottosuolo salentino.