Ucciso un venditore ambulante a Gallipoli
Una scoperta davvero da brividi, quella fatta ieri sera da un gruppo di ragazzini in una pineta vicino la zona mercantile di Gallipoli. Perché in quel posto giaceva il corpo senza vita di Abdellatif El Farissi, 29enne marocchino, con regolare permesso di soggiorno, residente con sua moglie a Matino (LE), dove lavorava come venditore ambulante. L’uomo aveva sia una vistosa ferita al petto, provocata da un’arma da fuoco, che sulla gamba. Il mistero sulla morte del giovane africano è durata solo poche ore. Stamane Sergio Rizzo, 52enne di Monteroni di Lecce, ha confessato l’efferato delitto. A quanto pare, si è trattato di un regolamento di conti, per questioni legate all’assegnazione di posteggi all’interno della nuova area mercantile di Gallipoli, nella periferia. L’avvocato di Rizzo era già in caserma, quando le forze dell’ordine hanno prelevato il killer da casa sua. Rizzo, forse, non sapeva (anche se è abbastanza difficile immaginarlo) che il suo rivale fosse morto, perché quando ha aperto il fuoco, il 29enne marocchino non è morto sul colpo, ma ha prima chiamato il 112. Per Rizzo l’accusa è di omicidio aggravato, detenzione e porto abusivo di arma modificata e ricettazione. Infatti, le modifiche sulle armi, vietate dalla legge, vengono effettuate per aumentarne la potenzialità di offesa, cioè per rendere più agevole il porto d’uso e l’occultamento. Il fucile utilizzato da Rizzo, con le canne mozzate, era stato rubato nel 2001 a Monteroni. In quell’occasione, un gruppo di ignoti ruppero una finestra, entrando in casa di un 50enne, rubando l’arma ed alcuni oggetti d’oro, per un valore di un milione delle vecchie lire.
Le indagini sull’omicidio sono state avviate intorno alle 18,15, quando, presso la centrale operativa della compagnia di Gallipoli, è giunta una richiesta di aiuto da parte della stessa vittima. Prima che cadesse la linea, sembra che El Farissi abbia fatto un chiaro riferimento ad una sparatoria, di cui era rimasto vittima. Le ricerche sono state immediate e si è così arrivati, come detto, nella zona del mercato. Gli investigatori avevano già capito che quella potesse essere la zona da cui era partita la drammatica telefonata, dato che era frequentata da molti ambulanti extracomunitari. Vano l’intervento dei sanitari del 118. I sanitari hanno solo potuto confermare il decesso. Il corpo si trovava nella pineta che sorge accanto all’area del mercato, a circa 70 metri dalla strada. Lì, era ancora parcheggiata la sua Renault Clio, con i finestrini abbassati. Sul cadavere, al centro del petto e sulla gamba destra, i segni di colpi d’arma da fuoco esplosi da un fucile.
La vittima era scalza, supina. Indossava abiti leggeri, estivi. Le sue ciabatte sono state trovate a pochi metri dal posto in cui si è accasciata. Intorno, molte tracce di sangue: sul terreno circostante e fra i rovi. Dalle testimonianze raccolte nell’immediato, i militari hanno ricostruito gli ipotetici, ultimi istanti di vita di Abdellatif El Farissi. S’è così scoperto che la vittima aveva avuto una lite per la collocazione delle bancarelle espositive. L’ultima di una lunga serie, a quanto pare. Condita da minacce di morte e da un vero e proprio scontro fisico tra i due. Ed è inquietante l’idea che Rizzo sia partito dall’hinterland di Lecce, fino a Gallipoli, armato di un fucile.
Il 52enne, trovato in casa, ha indicato anche il luogo in cui aveva nascosto l’arma: una campagna di Monteroni, nei pressi di via Immacolata. Il fucile era avvolto in un asciugamani e custodito all’interno di una sacchetto di plastica. E’ stato sequestrato insieme alle trentasei cartucce, dello stesso calibro e marca di quelle rinvenute sul luogo del delitto, trovate durante la perquisizione in casa. Sempre qui, i carabinieri hanno anche acquisito i vestiti che indossava al momento del delitto. Il tutto sarà sottoposto ad analisi dal Ris di Roma, dove i carabinieri del nucleo investigativo di Lecce stanno portando anche gli stub utilizzati per il prelievo dei residui di polvere da sparo sul corpo del 52enne.