Ue, l’Italia in prima fila nella lotta a frodi contro l’Unione
“Il corretto impiego dei fondi erogati dall’Unione europea deve costituire un impegno prioritario nella prospettiva di un rinnovato sviluppo economico e in un contesto di legalità, considerati gli effetti negativi che le frodi producono non solo sul bilancio ma anche sul tessuto economico e sociale dell’Unione”. Lo ha detto il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd, intervenendo alla presentazione della Relazione annuale del Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Ue (Colaf).
“Come certificato dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode – ha proseguito Bordo – l’Italia ha dato un significativo contributo a questo settore, risultando tra i Paesi in cui si è registrato e perseguito il maggior numero di frodi a danno dei fondi europei, ma anche il Paese più reattivo contro gli illeciti. Questo è un dato estremamente confortante per tutti coloro che si sono impegnati, a vari livelli, per ridurre l’area della illegalità e migliorare la qualità della spesa pubblica”.
“Significativo il fatto che il settore di gran lunga più interessato dai fenomeni di irregolarità e di frode sia quello dei fondi strutturali (59% del totale delle frodi nell’Ue e 55% in Italia): le politiche di coesione rappresentano lo strumento principale per garantire la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione europea, e dunque l’acquisizione indebita degli stanziamenti europei in questo ambito costituisce un fatto ancor più odioso e inaccettabile” ha detto Bordo.
“Occorre dunque intensificare e migliorare le attività di prevenzione, rafforzando le capacità tecniche delle amministrazioni competenti, ma anche sviluppando una maggiore consapevolezza da parte delle autorità centrali e locali nell’utilizzo delle risorse europee” ha detto Bordo che ha aggiunto: “Non è ammissibile che gli stanziamenti dell’Unione europea, destinati prioritariamente a promuovere la crescita e l’occupazione, vengano distolti verso attività irregolari o addirittura fraudolente. Tanto più in un Paese, come l’Italia, che è il terzo contributore netto al bilancio dell’Ue, con un disavanzo che ha raggiunto, nel 2014, i 4,4 miliardi di euro”.
“E’ quindi necessario un sempre maggiore coordinamento tra le amministrazioni e l’adozione di strumenti informatici ancor più efficaci per aiutare tutti coloro che sono impegnati nelle attività di contrasto. Anche il Parlamento è chiamato a fare la sua parte attraverso l’esercizio rigoroso e puntuale dell’attività di vigilanza sugli organi competenti. I rapporti del Colaf, e quelli degli altri enti preposti al controllo di legittimità sull’utilizzo delle risorse europee, costituiscono una base di partenza per valutare il livello di correttezza delle procedure e per stabilire gli opportuni interventi in tema di trasparenza ed efficacia nei controlli e nella gestione dei fondi Ue, che per noi costituisce una priorità” ha concluso Bordo.