Ugl chiede chiarezza sul presunto inquinamento delle acque sotterranee Costa Molina 2
“L’Ugl Basilicata chiede al direttore generale dell’ARPAB, dott. Raffaele Vita che sul presunto inquinamento di acque sotterranee che fuoriescono da una falda poco a Est del pozzo petrolifero di reiniezione Costa Molina 2, in territorio di Montemurro, si faccia piena luce per il bene del territorio, la salute e l’incolumità dei cittadini lucani”. E’ quanto dichiarano congiuntamente il segretario regionale generale dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi ed il membro della confederazione lucana, Pino Giordano i quali invitano la prof. Colella a proseguire nell’appurare ancora di più su tali acque, e l’ARPAB a tranquillizzare i cittadini che vivono nell’angoscia sia per i danni economici che subiscono poiché tali acque rendono sterile il terreno su cui scorrono in superficie, impedendo la crescita della vegetazione ma in special modo, per il terrore sulla loro salute”. L’Ugl Basilicata ricorda alle istituzioni regionali ed all’ARPAB “che diversi sono gli incidenti citati in letteratura su episodi di inquinamento del suolo, sottosuolo e falde acquifere, ad opera di queste acque di produzione: nel 1999, secondo notizie di stampa, si sarebbe verificato un incidente all’incamiciatura del pozzo Costa Molina 2. Per tanto i cittadini lucani hanno bisogno di verità, confidiamo sulla ricerca ch’è in itinere, con la realizzazione di altre analisi di acque, di suoli e di terreni, nell’auspicio di addivenire ad una interpretazione certa e ben documentata il prima possibile”.