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Una stazione al centro del cinema. Al ‘Lucania Film Festival’ incontro tra Sergio ed Alberto Rubini

Rubini figlio incontra Rubini padre, a Pisticci, nel nome del cinema. Accade anche questo, alla dodicesima edizione del Lucania Film Festival. L’occasione “materiale” è offerta da Stand by me, la nuova opera del regista lucano Giuseppe Marco Albano (tra l’altro giurato in questa dodicesima edizione), già premiato al Lucania Film Festival, che sarà proiettata fuori concorso domani, 11 agosto, e che vede Alberto Rubini, il padre di Sergio, nell’insolita veste di attore. Ma la realtà è ancora più ricca e ci rimanda alla piccola stazione ferroviaria delle FAL (Ferrovie Appule Lucane) di Pisticci, dove per qualche tempo Alberto Rubini ha lavorato come capostazione. E’ allora quasi inevitabile immaginare che quella stessa stazione, reinventata dallo spirito dell’artista, sia stata in qualche modo ispirazione per il film d’esordio da regista di Sergio, il bellissimo La stazione del 1990.

A Sergio e Alberto Rubini il Festival e la città di Pisticci (da qualche tempo Città del Cortometraggio) assegneranno i Premi Ferrovie Appulo Lucane e Pisticci Città del Cortometraggio, alla presenza del Sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, in una serata che prevede anche la proiezione de L’uomo nero, film del 2009 di Sergio Rubini, con Riccardo Scamarcio e Valeria Golino, con al centro anche qui la figura di un capostazione.

Nel corso della cerimonia di premiazione interverrà il Sindaco di Matera, Salvatore Adduce, per presentare anche al pubblico del LFF il progetto Matera 2019. “La candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura per il 2019 – ha detto Salvatore Adduce – non riguarda solo la città dei Sassi, ma tutto il territorio regionale e tutte le eccellenze che la Basilicata riesce ad esprimere. Tra queste il Lucania Film Festival entra di diritto e con grandi meriti”.

In prima serata, invece, Sergio Rubini sarà accolto sul Terrazzo della Casa della Cultura per un incontro con il pubblico, gli addetti ai lavori e la stampa. Viaggia su altri binari, ma certo non meno interessanti, l’altro evento speciale della giornata dell’11: la performance de L’Atelièer, compagnia francese di teatro d’avanguardia fondata e diretta da Martine Venturelli che, attiva da oltre 10 anni, porta in scena “Celui qui ne connaît pas l’oiseau le mange”, appuntamento di rara suggestione che immergerà il pubblico in un paesaggio sonoro, al buio, dove l’orecchio sarà magnetizzato dalla bocca degli attori, dal loro respiro e le loro danze.

Dal teatro alla musica la distanza è davvero breve. Spenti i riflettori sulla Sala Grande, la programmazione del Festival conclude la giornata sulle suadenti note jazz del Gina Savino duo, raffinata cantante colombiana che vanta numerose collaborazioni con grossi nomi del jazz mondiale. Gina Savino è un’artista di origini lucane che per la prima volta si esibirà nella terra dei suoi avi. Evento targato T.I.L.T., Torna In Lucania Team, il progetto culturale sulla ritornanza artistica messo in campo da Allelammie. Ha tinte lucane anche la personale di pittura di Antonella Malvasi, che espone nella sala interna della Casa della Cultura “Il partito preso del qualunque”, una serie di visioni ironiche e paradossali, per dirla con le parole di Tommaso Ariemma, filosofo e docente di Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, che interverrà al LFF come curatore dell’esposizione.

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