Uno studio sulle frane per difendere il patrimonio storico architettonico
Una governance che non può prescindere dalla pianificazione del territorio e dalla conoscenza delle sue caratteristiche. E’ questo il tema portante del testo “Note illustrative della Carta Inventario delle Frane della Basilicata Centro-Occidentale” che è stato illustrato al pubblico nella sala Conferenze del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese di Marsico Nuovo alla presenza del presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, del dirigente del P.O. Val d’Agri Francesco Pesce e del commissario del Parco Domenico Totaro. Il volume, redatto da Maurizio Lazzari, ricercatore dell’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Cnr in collaborazione con l’Autorità di Bacino e la Regione Basilicata, nasce nell’ambito del progetto Protect_cult del Programma Operativo Val d’Agri Melandro Sauro Camastra che punta alla protezione e conservazione del territorio e del patrimonio culturale attraverso lo studio delle dinamiche di trasformazione naturale ed antropica del paesaggio e dell’impatto degli eventi calamitosi.
“In un contesto climatico che propone sempre più eventi meteorologici di carattere eccezionale, la prevenzione rappresenta lo strumento principale per la difesa e la tutela della nostra Regione – ha affermato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo – La conoscenza approfondita e condivisa diviene, quindi, parte costitutiva del background di discussione per le scelte governative regionali”.
Una linea condivisa dal direttore del Cnr-Ibam, Daniele Malfitana che in una nota ha sottolineato: “Il quadro ambientale di riferimento dell’edilizia monumentale non può considerarsi un semplice sfondo ed il tema della tutela del patrimonio non può essere scisso dal tema della difesa del suolo. E’ nata così la prospettiva che ha visto il problema della conservazione del patrimonio legarsi fortemente alle problematiche del territorio in tutti i suoi aspetti fisici ed antropici”
Le attività di studio e ricerca, realizzate nell’ambito del progetto, hanno interessato 30 territori comunali ricadenti in un settore della Basilicata (per una superficie complessiva di 1.919,70 kmq) compreso tra l’alta-media Val d’Agri, la Val Camastra-Sauro e la Val Melandro. Nello specifico è stato realizzato un censimento dei beni storico-monumentali ed architettonici ricadenti nelle superfici comunali, attraverso indagini in sito e la raccolta delle schede cartacee in possesso della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesistici della Basilicata.
Se non è possibile prevedere fenomeni calamitosi di una certa entità, infatti, è indispensabile conoscere i punti deboli del territorio, le aree maggiormente esposte a movimenti franosi e limitare i fenomeni di degrado, abbandono e gli interventi dell’uomo che accentuano la vulnerabilità dell’area a fronte di calamità naturali. Come emerso nel corso della discussione, lo studio ha individuato 389 beni, di cui solo 71 risultano ad oggi vincolati. Tale dato appare più allarmante se si considera che il 15% circa dei beni censiti, equivalenti a 57, risulta interessato da aree franose e il 24% ha subito danni durante il terremoto del 23 novembre 1980 e precedenti. Una mole di informazioni storiche che si è ritenuto doveroso non chiudere in un archivio cartaceo o digitale, ma divulgare mediante le nuove tecnologie. Il sistema WebGis, costruito appositamente per il progetto, sta rispondendo alla necessità di divulgare la conoscenza e di condividerla con tutti i livelli istituzionali che possono, o meno, essere coinvolti nelle nuove azioni di pianificazione.