Uscita in barca a vela per sei pazienti complessi: la “terapia speciale” fatta di sole, mare e vento
In barca a vela, col sole e il vento in faccia. La veleggiata, giunta al terzo anno consecutivo, è la “terapia speciale” per Lino, Fabio, Ignazio, Concetta, Antonio e Maria che stamattina hanno preso il largo per una gita in mare davvero fuori dal comune. E’ l’appuntamento con l’umanizzazione delle cure organizzato ogni estate dalla ASL Bari, assieme all’Associazione ConSLAncio e cooperativa Auxilium, per le persone fragili con patologie complesse come SLA, tetraparesi e malattie neurodegenerative.
Gravi disabilità che rendono molto complicato affrontare anche le piccole attività quotidiane, ma che – come ha sottolineato il Direttore Generale facente funzioni ASL Bari, Luigi Fruscio – «grazie ad una meticolosa organizzazione logistica e alla preparazione del personale sanitario non impediscono di affrontare serenamente, anche per i familiari, una giornata di svago».
I sei pazienti, dai 20 ai 74 anni, sono seguiti dall’Unità operativa complessa Cure Palliative guidata dal dottor Felice Spaccavento, che promuove con continuità queste iniziative di umanizzazione delle cure. Una dozzina di operatori tra medici, infermieri e oss hanno reso possibile l’evento, accompagnando in totale sicurezza i pazienti e i loro caregiver, dal momento dell’imbarco fino al termine della gita in mare. Fondamentale per la buona riuscita della veleggiata la collaborazione con le associazioni “ConSLAncio”, rappresentata dalla vicepresidente Lalla Desiderato e dalla collaboratrice Grazia Santoruvo, e “A Vele Spiegate” e il supporto della cooperativa Auxilium, presente con il direttore ADI Michele Di Lorenzo.
«Questo è il terzo anno – spiega Spaccavento – in cui facciamo un’attività di questo tipo, rendendo quasi semplice un’operazione che non lo è affatto. I nostri operatori nel tempo hanno acquisito l’esperienza e la competenza necessarie per gestire dei pazienti fragili e complessi nella massima sicurezza anche fuori dagli ambienti in cui vivono normalmente: è un bel traguardo, anche dal punto di vista terapeutico». «La bellezza di queste uscite – ha commentato ancora Fruscio – consiste nell’essere parte di un percorso di cura che definirei “speciale”, attraverso giornate in cui diamo la possibilità a queste persone di poter vivere, tutti insieme, un’esperienza unica e straordinaria».