Usura, De Filippo: “Azioni di contrasto, ma serve nuovo ruolo credito”
“L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, e quando la crisi mette in forse il lavoro, tanto dei cittadini quanto delle imprese, è inevitabile che si crei uno spazio di cui cerca di approfittarsi l’antistato. Per questo in momenti difficili come questi, sebbene sia più complicato, bisogna lavorare con maggiore energia ad una strategia di contrasto dell’usura e del racket”. Lo ha sostenuto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo all’incontro “L’usura ai tempi della crisi. La situazione, Le risposte”.
“Abbiamo bisogno di mettere in campo tante azioni e a stretto giro – ha detto De Filippo – ma non possiamo non tener presente che il campo della legalità deve farsi carico anche di procedure ferree e trasparenti che rischiano di appesantire la macchina del contrasto all’usura, ma senza le quali ne sarebbe vanificato il senso. E in questo modo siamo riusciti a mettere in campo circa mezzo milione di euro destinati a Cofidi, fondazioni e associazioni che si occupano del problema, a integrare con altri 140mila euro le previsioni della legge nazionale antiusura, ad erogare 42 assegni una tantum da 2mila euro a persone che si trovavano in particolare situazione di difficoltà, ad anticipare le spese legali ad alcune vittime dell’usura che dovevano affrontare la vicenda in via giudiziaria. Certo – ha aggiunto De Filippo – sono interventi importanti, specie in periodo di ristrettezza di risorse, ma non risolutivi. Buona parte della soluzione del problema sta in una complessiva revisione dei modelli di accesso al credito, tanto di imprese che di famiglie, ed è su questo che stiamo lavorando con misure più strutturali, quali ad esempio quelle tese a sostenere il microcredito. Ma il nostro sistema creditizio ha ancora resistenze e alcune azioni non è possibile attuarle per decreto. In questo – ha concluso – credo ci sia da fare una chiamata alla responsabilità di tutte le classi dirigenti, incluse quelle economico e finanziarie, perché solo se si costruisce un sistema economico-produttivo più forte e più sano riusciremo non solo a sconfiggere questa piaga ma anche a trovare spazi di mercato per le imprese come per le banche. Diversamente la battaglia sarà combattuta in retroguardia”.