Utilizzo fondi Ue 2014-2021, Basilicata e Puglia hanno speso di più rispetto alle regioni del Sud
Negli ultimi giorni si è aperto il dibattito sui dati forniti dall’ufficio studi della Cgia di Mestre in merito al rischio che l’Italia possa perdere 19,9 miliardi di euro di fondi europei 2014-2021, se non li spenderà entro il 31 dicembre 2023. Dei 19,9 miliardi di euro di risorse residue disponibili, 15,3 sono in capo allo Stato centrale (progetti Pon, Fesr e Fse) e 4,6 alle Regioni.
Rispetto alle regioni del Sud, che ancora una volta registrano maggiori ritardi rispetto al Centro-Nord, la Basilicata e la Puglia sono le realtà che hanno speso di più. La Basilicata ha raggiunto il 70,5 per cento del plafond 2014-2021 disponibile e per raggiungere il totale deve spendere altri 164 milioni di euro residui entro il 31 dicembre prossimo. Le regioni ultime in classifica sono la Campania con il 65,7 per cento, la Calabria con il 65,5 e la Sicilia il 64 per cento.
“Esaminando la situazione della Basilicata – ha commentato l’eurodeputata Chiara Gemma – va detto che, pur notando le criticità, se proviamo ad essere obiettivi e costruttivi, così come il momento storico richiede alla politica, i risultati lucani sono abbastanza positivi e devono far ben sperare visto che in questi ultimi anni ci sono stati i problemi causati dalla pandemia e da tre cambi di ministri e governi nazionali.
Adesso – ha sottolineato l’europarlamentare – l’Italia è in una fase di stabilità politica e in Basilicata è noto che il presidente Bardi e la sua giunta stanno lavorando da tempo per ottimizzare e semplificare la struttura organizzativa e gestionale che si occupa dell’utilizzo dei fondi europei residui e della nuova programmazione 2021-2027.
Ovviamente, tutti sappiamo che l’Italia e gli enti locali del Mezzogiorno in modo particolare, scontano da decenni una grossa difficoltà di adattamento della pubblica amministrazione alle procedure europee e una macchina burocratica con livelli di qualità e di efficienza dei servizi modesti e limitati.
Su queste problematiche – ha concluso l’on. Gemma – occorre lavorare con forza per superare il gap esistente ed avviare una nuova fase anche nelle regioni del Sud”.