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Vaccini e variante Delta, problematiche attuali e prospettive future

Sull’efficacia dei vaccini contro la variante Delta i pareri non sono concordi. Johnson & Johnson, il vaccino anti Covid monodose di Janssen “ha dimostrato una risposta immunitaria duratura e ha generato risposte anticorpali neutralizzanti contro la variante Delta e altre varianti di Sars-CoV-2 che destano preoccupazione”. Lo riferisce J&J, comunicando i risultati ad interim di un sottostudio di fase 1/2a pubblicato sul ‘New England Journal of Medicine’ (Nejm). L’efficacia del vaccino Pfizer contro la variante Delta è “più debole” di quanto sperassero i funzionari sanitari. Ad affermarlo il primo ministro israeliano Naftali Bennett che ha aggiunto: “Non sappiamo esattamente fino a che punto il vaccino aiuti, ma è significativamente inferiore”. Con la variante Delta, oggi, “anche se si è vaccinati si può essere infetti”. Questa variante, “buca perfino il doppio ciclo vaccinale”, perché “conferisce una certa protezione contro la malattia grave e l’ospedalizzazione” ma “nel 30-35% dei casi determina infezione anche nei soggetti che hanno fatto la seconda dose di vaccino, figuriamoci una sola”, ha affermato dal canto suo Walter Ricciardi, ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica e consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza. Secondo l’Ema la variante Delta a fine agosto rappresenterà il 90% dei casi di coronavirus nell’Ue. Il mix tra vaccini si presenta come sicuro ed efficace, affermano l’Agenzia europea del farmaco (Ema) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), in una nota congiunta, ricordano che “la variante Delta” di Sars-CoV-2 “si diffonde rapidamente in Europa e preoccupa perché potrebbe ostacolare gli sforzi per controllare la pandemia”. Secondo il documento Ema-Ecdc, la variante Delta “è dal 40% al 60% più trasmissibile rispetto alla precedente variante Alpha e può essere associata a un rischio più elevato di ospedalizzazione”. L’Ecdc stima “che entro la fine di agosto la variante Delta rappresenterà il 90% di tutti i virus Sars-CoV-2 che circolano nell’Ue”. Per questo “è essenziale per i Paesi accelerare i programmi di vaccinazione, compresa la somministrazione di seconde dosi dove raccomandato, e colmare il prima possibile le lacune immunitarie della popolazione”. A livello di sintomi la variante Delta pare essere più impattante sull’organismo. Tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza, ovvero i primi segnali della presenza del coronavirus nelle persone, sono di solito più forti. E di conseguenza anche i tempi di guarigione ne risentono.

Fonte: Adnkronos

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