Vaccini, prevenzione, ricerca e responsabilità, così si combattono il Covid e le sue varianti
Vaccini, prevenzione, ricerca e responsabilità. Sono gli assi principali su cui si è sviluppato il dibattito tra gli esperti intervenuti al convegno “Pandemie e varianti” organizzato dalla ASL Bari in Fiera del Levante. Temi attualissimi “cuciti” assieme dalle esperienze vissute sul campo e in laboratorio dai professionisti della ASL Bari, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata, dell’Area Epidemiologia e Care Intelligence della Regione Puglia e dell’Università di Foggia. E dal richiamo all’equità lanciato dal dr. Donato Greco, epidemiologo e componente del Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza Covid-19 del Ministero della Salute: “Oggi dobbiamo vaccinare il Globo – ha sottolineato – e la disparità geografica è il nemico del controllo delle pandemie: per ogni vaccinato in un Paese ricco serve un vaccino per un Paese povero”. Con un dato cruciale sull’efficacia della vaccinazione: “Per la delta siamo all’88% con due dosi – ha rimarcato Greco – e al 40 con una sola. Ora dobbiamo prepararci e attrezzarci per i rischi futuri per la salute globale. Qui in Puglia – ha scandito – avete le migliori menti che si occupano di salute e i buoni risultati stanno a dimostrarlo: avete un’ottima organizzazione di sanità pubblica”.
Sollecitazioni raccolte da Pier Luigi Lopalco, nella doppia veste di epidemiologo e assessore alla Sanità: “Il nostro appello è ad essere prudenti, soprattutto chi non si è vaccinato. Stiamo andando veloci, facciamo 30-35mila vaccini al giorno, ma più veloci non si può: serve pazienza per chi ancora non ce l’ha fatta a vaccinarsi, ma soprattutto quei pochi titubanti con più di 50 e 60 anni devono prenotarsi subito. Dobbiamo evitare un’ondata di tamponi positivi, evitare che la circolazione virale si trasformi in ondata ospedaliera. Manteniamo la calma e vacciniamoci”.
Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervenuto per un saluto, ha dichiarato: “Assieme alla scienza serve la politica, una politica che con saggezza e competenza sia in grado di fare andare meglio le cose. L’esperienza del Covid ci ha consentito di imparare dagli errori e soprattutto di garantire una sanità uguale per tutti. Voglio ringraziare questa squadra formidabile che, nonostante 450 milioni in meno di fondo sanitario e migliaia di operatori in meno rispetto ad altre regioni del nord a parità di abitanti, consente alla Puglia di essere tra le prime regioni virtuose in Italia per capacità vaccinale”.
Dibattito intenso, aperto dall’assessore-epidemiologo: “Varianti – ha esordito Lopalco – è la parola più citata dagli italiani e mai come oggi la scienza deve discutere di che cosa significa varianti, del loro impatto sulla pandemia e sul sistema sanitario e di conseguenza sul sistema economico. I danni della pandemia riguardano l’economia e l’intasamento del sistema sanitario che, a cascata, impone chiusure e limitazioni al sistema economico. Parlare di varianti significa parlare di reazione ad un evento naturale che dobbiamo gestire, così come ci adattiamo ai cataclismi naturali. Il virus non si può eradicare, quando entra in una società ci rimane perché è capace di adattarsi attraverso le mutazioni. Come si fa a convivere con un virus? Migliorando il nostro sistema immunitario attraverso la vaccinazione, che è la possibilità di adattarsi al virus”.
Adattarsi offrendo risposte sanitarie all’altezza, come chiarito dal Direttore Generale ASL Bari, Antonio Sanguedolce: “Le Asl hanno compiuto uno sforzo enorme nel corso di questo anno e mezzo, lavorando ininterrottamente. Una risposta incredibile che va ben oltre ciò che avremmo potuto fare con le nostre risorse umane, non tarate per un impegno del genere. Ci auguriamo di essere al rush finale di questa lotta, grazie alla campagna vaccinale: non era scontato ma sta avvenendo. Nella Asl di Bari ogni giorno facciamo 10-12mila inoculazioni, fino a ieri abbiamo raggiunto con una dose di vaccino il 75% della popolazione vaccinabile, con una copertura completa per il 53%, addirittura il 93% tra gli over 80. Dati che ci danno fiducia e speranza”.
A seguire il Direttore del Dipartimento di Prevenzione ASL Bari, Domenico Lagravinese: “Se questa pandemia è stata affrontata bene – ha detto – lo dobbiamo ad una formazione solida che arriva dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute che hanno saputo tenere compatta un’Italia lunga e variegata. C’è dietro anche una lunga storia di formazione, educazione e collaborazione con il prof. Barbuti e la scuola igienisti pugliese, ma anche l’interdisciplinarietà e la trasversalità che ha coinvolto igienisti, epidemiologi, veterinari e medici del lavoro, che hanno saputo lavorare assieme e per questo vanno ringraziati. Intelligence significa capire di più, per questo abbiamo creato in ASL l’EIC – Epidemic Intelligence Center, struttura di epidemiologia del Dipartimento di Prevenzione dove si traccia, analizza e verifica ogni caso rilevato di Covid o connesso come i contatti stretti”. “Facciamo sintesi – ha aggiunto il Direttore del Dipartimento Salute, Vito Montanaro – di quanto fatto sino ad oggi e prepariamoci al peggio, anche se non arriverà, poichè abbiamo tutte le informazioni e la competenza per affrontare il futuro qualsiasi esso sia, Covid o altro. Le armi stanno alle guerre come i vaccini stanno alle pandemie: è uno slogan che ci accompagnerà per i prossimi 20 anni”.
Poi l’excursus nella storia delle pandemie, dalle pestilenze medievali ai 50 milioni di vittime della Spagnola sino ai 4 del Covid. “I virus e i batteri – ha ricordato il dr. Greco – sono sulla Terra da 4 miliardi di anni, noi da 4 milioni: siamo ospiti nel loro mondo. Hanno governato la storia, costruito il suolo, le montagne e i fiumi in migliaia e migliaia di anni. E hanno modificato la storia umana. L’evoluzione continua, come ben concepito da Darwin, appartiene alla nostra storia e a quella dei virus. Oggi per l’OMS il Covid è una catastrofe mondiale: 4milioni di morti e 200milioni di casi e stanno aumentando, in particolare nei Paesi in via di sviluppo. Domani che succede? Le varianti, finchè sono asintomatiche è una benedizione, perché ci si immunizza. Il problema è non intasare gli ospedali perché all’inizio il virus è più veloce e la delta andrà veloce almeno per il prossimo mese e mezzo, ma nona avremo tanti casi, cioè malati, ma tanti positivi al test. Ciò che importa – ha rimarcato – è la legge della vaccinazione: l’elevata copertura della popolazione è l’unica arma, anche per gli asintomatici, in particolare i ragazzini, che anche se hanno un rischio vicino allo zero se non li vacciniamo non fermiamo la circolazione del virus”. Armi ma anche metodo: “Serve intelligence, cioè capire meglio le cose. In Lombardia abbiamo avuto una risposta pessima, eravamo impreparati. il piano pandemico scritto da me nel 2006 è rimasto lì, inattuato. La Puglia è tra le regioni migliori, però bisogna prepararsi, fare studi analitici ed essere pronti: è questa la cultura che serve. Assieme alla “global one health”, la prevenzione, la convivenza con virus, responsabilità e mitigazione. Eliminare il virus non si può, ma si può attutirne il peso. Che succede a gennaio 2022? – ha concluso Greco – Dobbiamo prepararci, a partire dalle ASL, ai prossimi rischi epidemici e pandemici con misure di mitigazione, prevenzione e responsabilità”.
Approfondita l’analisi sulle varianti del virus Sars Cov-2 condotta da Antonio Fasanella e Antonio Parisi, dell’istituto Zooprofilattico Sperimentale di Foggia: “Abbiamo esaminato centinaia di migliaia di tamponi – ha sottolineato Fasanella – e siamo andati anche oltre, isolando i virus e riproducendo in laboratorio dapprima la variante spagnola, poi quella inglese e per ultima la delta: studi e dati messi a disposizione degli scienziati e della Sanità”. “La rapidità del virus – le parole di Parisi – dipende dagli spostamenti, che sono abbastanza proporzionali alla diffusione delle varianti: la logica delle varianti è legata, e lo abbiamo studiato, al movimento delle persone in particolare con i trasporti aerei. In Puglia l’estate scorsa ha avuto successo la variante spagnola, sfruttando gli spostamenti per turismo. Oggi ci preoccupa la delta, comparsa a gennaio scorso e arrivata in Europa a marzo, ora è quasi dappertutto ed è tra il 40 e 60% più trasmissibile dell’inglese. I vaccini sono efficaci sulla delta? Non esiste una soluzione unica, ma è necessario vaccinarsi comunque, con un approccio multidisciplinare e la capacità di riconoscere come la malattia comincia a diffondersi tra le persone, dando priorità alla sorveglianza e alla predizione dei rischi futuri”.
Fondamentale, per combattere il continuo mutamento del virus e offrire strategie migliori alla sanità, è stato l’uso dei dati epidemiologici, come hanno chiarito Domenico Martinelli, dell’Università di Foggia, e Lucia Bisceglia, dell’Area Epidemiologia e Care Intelligence della Regione Puglia. “Le varianti – ha spiegato Martinelli – hanno più possibilità di adattarsi all’ospite, ma ciò significa che a lungo andare ci preoccupano meno. L’inglese rispetto alla Wuhan aveva il 50% di probabilità in più di contagiare, la delta il 100%, ed è ciò che interessa al lavoro della sanità pubblica. Gli inglesi hanno messo insieme informazioni estremamente utili: la delta corre più velocemente, soprattutto in ambienti familiari e all’esterno. Ci sono evidenze, in contesto inglese, che confrontano la delta rispetto all’alpha sulle ospedalizzazioni e si sta ipotizzando che qualche elemento di preoccupazione lo possa destare perché provoca rischi di ospedalizzazione leggermente più alti. La scelta di vaccinare con una o due dosi non è secondaria – ha aggiunto – perché l’affermazione della variante dipende dalle condizioni ambientali in cui il virus si muove. Qualcosa nella storia del virus è cambiato ma per fortuna continuiamo ad essere protetti. Il mantenimento dell’efficacia vaccinale nei confronti dell’infezione e dell’ospedalizzazione è garantito dalle due dosi di vaccino e anche con la delta si mantiene su livelli alti: il 94% circa. Sappiamo che ci aspetta un aumento dei positivi, non necessariamente dei malati. La strada è chiara: chi è vaccinato corre molto meno rischi”.
Bisceglia ha quindi sottolineato che “la lettura competente dei dati è importante, perchè sfruttare gli studi di sorveglianza consente strategie adattative. Ora la priorità è la chiamata attiva degli over 60 e la chiamata per la seconda dose perché la prima non basta più: sono le indicazioni per chi prende decisioni di sanità pubblica. Abbiamo ancora un pezzo di strada da fare ma il sistema nazionale e regionale credo possa essere all’altezza della situazione”.
Infine, il prof. Gioacchino Angarano, infettivologo consulente della ASL Bari, che ha illustrato gli aspetti clinici del Sars Cov2: “Ha un genoma di 30mila basi, tre volte più ricco di uno già complesso come l’epatite C. E’ la sua forza, perché migliora la replicazione, ma anche la sua fragilità perché dotato di una capsula ed è sensibile ai solventi, agenti chimici capaci di distruggerlo. Il virus può fare danni multi-sistemici, in tutti gli organi e apparati, con conseguenze gravi. Rispetto alla Sars originaria la Sars Cov 2 ha un impatto dieci volte maggiore. In quanto alla contagiosità, l’influenza ha un tasso pari a 1, il morbillo 20, ed è contagiosissimo. Sars, Mers e Sars2 hanno tassi di riproduzione variabili tra 2 e 8 anche rispetto alle caratteristiche della malattia che provocano. Il Covid ha un’importante stagionalità, come tutte quelle da Coronavirus. Conseguenza cliniche a luglio è difficile averne, ma a gennaio gli effetti sono molto diversi e più gravi. L’aumento del numero dei casi fa aumentare la mortalità, perché essa è standard: la maggiore trasmissibilità comporta l’aumento della mortalità soprattutto per l’aumento del numero di pazienti che si infettano. Ma le varianti attuali favoriscono certamente la contagiosità non la mortalità. La delta infatti ha una mortalità dello 0,2 contro il 2 della Sars originaria”. In chiusura, una doppia raccomandazione: “Nessuna variante buca la mascherina: quando abbiamo dubbi, mettiamola. Basta coprire il punto in cui entra il virus, 30 cm quadrati. Non può saltare 8 metri, per cui restare a un metro di distanza è sempre valido. Serve assolutamente la doppia vaccinazione – ha concluso – e anche quella eterologa è consigliabile perché allarga il potenziale anticorpale che viene ad essere stimolato”.