Valutazioni politiche – Vinti o vincitori?
Valutazioni politiche
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Vinti o vincitori?
Oggi assistiamo impassibili a cambiamenti epocali! Da un processo democratico ed aperto siamo ad una gestione popolare ma caotica. Credo che anche le previsioni di Nostradamus non possano essere così imprevedibili, così come le risultanze di questa tornata elettorale. Siamo all’inverosimile: sapere di non esserci alcuna possibilità di governare dopo il turno elettorale, ma prepararsi ad una campagna elettorale brutta, denigratoria senza novità vere.
E’ vero si, che le forze politiche parlano di una possibilità di un governo di coesione, ma aspettano fiduciosi il risultato elettorale. Questo anche per poter meglio negoziare il ruolo in questo ipotetico governo di coesione. Solo per poter dire, numeri alla mano, quanto possa contare questo o quel partito nellacomposizione del governo.
Questa legge elettorale determina necessariamente coalizioni di partiti, che legittimamente aspirano ad
avere un ruolo nell’attività governativa. Ma consentono di avere intese, che rasentano inciuci. Non sarebbe meglio creare i presupposti per una condivisione preventiva sulla base di programmi coerenti e perseguibili, realizzando quel progetto di unità chiamato Italia?
Le differenze infrastrutturali, le diverse economie presenti sul territorio, le caratteristiche comportamentali della popolazione possono sicuramente incidere sulla coesione della nostra nazione, ma un governo rappresentativo con un programma concreto e differenziato può trasformare la differenza in una ricchezza. L’esempio calzante lo ha conseguito la Germania, con l’annessione della Germania Est, con l’investimento sul territorio, sulla popolazione, sull’economia, che ha prodotto un governo di scopo che gestisce una delle economie più grandi al mondo.
Sarebbe auspicabile che già ora fossero chiari gli accordi tra i partiti, per poter programmare meglio l’attività di governo ed evitare diktat in fase di composizione dello stesso. Programmi già definiti e chiari,
condivisi, potranno velocizzare ed ottimizzare la già positiva tendenza economica, finanziaria e
riformista dello stato. Questo potrà consentire un maggiore coinvolgimento dell’elettore alle scelte, favorendo la diminuzione dell’astensionismo, ed una minore litigiosità tra le parti politiche. Una stabilità che spinge i mercati finanziari ad investire, e poter pertanto programmare uno sviluppo dell’economia.
Questo non determina la fine dell’opposizione, ma una chiara definizione delle parti: maggioranza e
minoranza, determinatasi per effetto dei risultati conseguiti. Un buon governo va premiato, come una buona opposizione serve a pungolare la maggioranza a fare bene. Questo è l’esempio della corretta democrazia.
Natale Lucarella