Varato decreto sulle Autorità portuali. In Puglia due ‘sedi’
Tra le punizioni esemplari ai ‘furbetti della Pubblica Amministrazione e concorsone per i docenti, è spuntato anche il decreto per la riforma portuale: si passa da 24 a 15 Autorità di sistema, in Puglia saranno due. E così, dopo settimane piene di polemiche, rivendicazioni e numeri snocciolati, è maturata la decisione definitiva, ovvero la presenza, in regione, di due centri di comando: l’Autorità di sistema del Mare Adriatico Meridionale a Bari (con accorpamento di Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli), e la cosiddetta Autorità di sistema portuale del Mar Ionio a Taranto.
Il testo del decreto dovrà seguire un iter procedurale complesso ma, a meno di imprevisti, lo schema è fissato. Il prossimo passaggio al Consiglio di Stato, poi il decreto tornerà alle commissioni parlamentari per pareri non vincolanti e, in conclusione, approvazione finale al Consiglio dei Ministri. E’ stato il premier Renzi a rendere ufficiale la svolta. Nel testo diramato da Palazzo Chigi, si specifica che “il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante norme in materia di riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le autorità portuali di cui alla legge 28 gennaio 1994, n. 84”.
In soldoni, il decreto provvede alla riorganizzazione amministrativa del sistema portuale. In luogo delle attuali 24 Autorità portuali, si istituiscono 15 Autorità di sistema portuale che avranno sede nei porti definiti core secondo la normativa europea”.
In Puglia si è arrivati alla doppia opzione in seguito ad un contorto percorso iniziato con l’indicazione precisa del Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio: unica Authority a Taranto. Ma il ‘pressing’ di Bari, coadiuvato da dichiarazioni istituzionali, cartellonistica in città e colloqui diretti con il presidente Renzi, ha modificato lo scenario. A fare ulteriore chiarezza è stato Sergio Prete, commissario dell’Autorità portuale: “Questo non significa sminuire Taranto, dato che il ruolo strategico è stato ribadito più volte e ci sono vocazioni diverse. Cambia, ovviamente, l’organizzazione anche dal punto di vista logistico, occorrerà un coordinamento per non sovrapporci su alcune questioni”. Infine, anche se indipendente dalla nuova governance, ci sono novità per la ricerca del terminalista allo scalo jonico. È prevista per il 28 gennaio una riunione del comitato portuale in cui si delibererà la procedura per la ricerca di un nuovo operatore. Dal prossimo mese, quindi, parte ufficialmente la caccia al terminalista – o a più terminalisti – per il post Tct.