Venerdì Santo a Massafra, attesa la Processione dei Sacri Misteri
Non solo in Puglia, ma in tutto il mondo è conosciuta la settimana Santa Per i massafresi è uno dei momenti di più intensa religiosità di tutta la Quaresima con un’intensa serie di ritualità, iniziando dai pellegrinaggi penitenziali dei Crucifissi nel fondo della Gravina della Madonna della Scala, luogo affascinante, pregno di significati religiosi e di storia (prendono nome dal termine dialettale massafrese “Crucefiss”, con il quale sono indicate tre piccole cappelle scavate nella roccia) di cui sì è anche parlato, tra l’altro, anche in Inghilterra. Come sempre erano attesi i canti tradizionali della Via Crucis che quest’anno non si sono eseguiti per problemi tecnici. Da segnalare che in città a precedere processione del Venerdì Santo dei Sacri Misteri della Venerabile Arciconfraternita del S.S. Sacramento, c’è quest’anno il ripristino dell’antica “Processione del Bordone”, proposta dalla Venerabile Confraternita Maria Santissima del Monte Carmelo (priore Vito De Pace).
Da ricordare anche il Giovedì Santo della Venerabile Arciconfraternita del S.S. Sacramento con la Santa messa in Coena Domini nella quale è ricordata la lavanda dei piedi e la piccola processione che accompagna il Santissimo Sacramento nel repositorio, dove una coppia di confratelli in ginocchio con il proprio abito e cappuccio sollevato sul capo, seguendo una turnazione, adora Gesù
Ma soffermiamoci adesso sull’attesissima storica processione del Venerdì Santo dei Sacri Misteri che in passato ci è stata illustrata dal confratello Francesco Resta e che volentieri portiamo a conoscenza dei nostri lettori. A parlarcene sono stati anche i disponibilissimi Priore Pietro Carone con il vice priore Damiano Lazzaro, i consiglieri Loredana Giannotta ed Egidia Vinci con accanto il cassiere Giuseppe Marraffa e il segretario Giuseppe Angelini, autore anche di magnifiche fotografie della processione (altre foto sono di Giovanni Monaco). Ma andiamo con ordine. Seguendo le loro indicazioni.
Il venerdì Santo è il giorno in cui si ricorda la morte di Nostro Signore e dopo la lettura del “Passio” alla Santa Messa, verso le ore 17,30 il troccolante apre la solenne processione dei misteri che parte dall’Antica Chiesa Madre in un itinerario scenografico della vecchia Massafra che rassomiglia al luogo sacro della Palestina, dove il penitente, impersonato dal confratello incappucciato, è chiamato a fare silenzio nel suo cuore per aprirlo in preghiera accogliendo il mistero pasquale della morte e dolore del Cristo. I confratelli indossano un camice bianco, cingolo celeste, mantello o mozzetta celeste bordata di colore oro, cappuccio e guanti bianchi, corona di spine e sfera riproducente un ostensorio, simbolo della confraternita.
Le consorelle, invece, vestono in nero e portano l’effigie dell’Addolorata in processione.
I portatori delle altre statue invece vestono sempre in nero e assumono un’andatura particolare, che fa risalire alla partecipazione del martirio di Cristo.
La processione si compone di otto statue e vari simboli, tra cui la troccola, strumento in legno lavorato a mano, dalla forma rettangolare, con sei maniglie e otto anelli in ferro che vengono agitati per richiamare il silenzio in ricordo del martirio. La troccola risale al 1817 con l’incisione di un nome, tale Nicola Simone.
Dietro il troccolante segue un piccolo gruppo di fiati e percussioni, detta “Bassa Musica”, che intona lamenti tratti da marce funebri. La bandiera nera è simbolo di lutto con inciso S.P.Q.R. Senatus Popolusque Romanus.
Segue la croce di legno nero, la “Croce dei Misteri”, su di essa sono fissati i simboli della Passione: alle estremità sono sospesi due chiodi; due scudisci insanguinati, usati per frustare; l’asta con la spugna utilizzata per bagnare di aceto e fiele le labbra del Cristo per la flagellazione; la scala usata per calare Gesù dalla croce; la lancia con la punta insanguinata che trafisse il costato; la mano che ricorda lo schiaffo e le tenaglie per togliere i chiodi dalla croce; il calice, dono eucaristico della passione; la corona di spine con cui era stato incoronato ironicamente e schernito; il martello usato per battere i chiodi; il gallo che cantò quando Pietro rinnegò; la tunica giocata a sorte dai soldati; tre dadi del gioco e in fine la lanterna servita da Giuda per il tradimento.
Seguono le “paranze”, coppie di confratelli che intercalano tra una statua e l’altra.
La prima statua dei misteri è quella di “Gesù all’orto”, risalente al 1870 realizzata da Nicola Galeone, un artista di Francavilla, vissuto per anni a Massafra.
“Gesù alla colonna” è l’unica statua più recente, realizzata nel 1983, sostituita dalla vecchia statua che rappresentava Cristo piegato in avanti con una nodosa corda attorno al collo.
“Gesù con Pilato” o “Ecce Homo” invece è opera del maestro Ingrasso e fu acquistata nel 1783 a Lecce dalla Confraternita del S.S. Sacramento.
Poi vi è “L’incontro di Gesù con la Veronica”, a seguire la statua più pesante: “Gesù in Croce o Calvario”, che come “Gesù nell’orto”, esiste traccia d’acquisto effettuato nel 1870. Il consiglio di Amministrazione è schierato dinanzi al simulacro di Gesù Morto e dalla bara, su cui è disteso il corpo di Gesù, partono sei “cordoni” di velluto viola, retti da sei uomini chiamati “I Cavalieri di scorta a Gesù Morto”. Dietro a Gesù morto segue la “Madonna Addolorata”; questa è tra le più antiche di fattura leccese e fu ordinata nel 1783. Chiudono la processione, insieme alla banda, i cruciferi e pupiranni (confratelli con cappuccio che rappresentano i penitenti).
Nino Bellinvia