Vertenza Arpab, Europa Verde- Verdi Basilicata: “Bene la rimozione di Tisci”
All’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata è assegnato un ruolo di primissimo piano nella tutela di territorio lucano, esposto a tante pressioni ambientali tra cui quelle delle estrazioni petrolifere. Le competenze e gli strumenti non mancano. Ma la vicenda Tisci è ascrivibile ad una interpretazione sbagliata dei ruoli che la politica assegna a personaggi che immeritatamente sono collocati qua e là senza alcuna preventiva selezione oggettiva ma solo per corrispondere un “premio” all’impegno e alla fedeltà mostrata al partiti o al politico di turno. Aver sottaciuto ai tanti segnali di inadeguatezza mostrata in diverse occasioni dall’ex DG ha portato nel tempo la credibilità dell’Agenzia per l’Ambiente ai minimi storici. Chiediamo che si apra ad una nuova fase di rilancio, partendo dalla selezione trasparente del nuovo DG che non sia solo per merito di appartenenza politica, ma che si premi soprattutto la qualità manageriale, tecnica e morale dei candidati. Bene dunque l’interruzione del rapporto di lavoro con chi ha mostrato disprezzo per le lavoratrici e i lavoratori, assumendo atteggiamenti sia antisindacali che di arroganza in spregio alle regole. Europa Verde chiede che l’Arpab sia potenziata, rilanciata e gestita nell’interesse esclusivo dei cittadini e dell’ambiente Rafforzare le competenze, l’operatività, l’autorevolezza nonché il ruolo dell’Agenzia lucana all’interno di quel Sistema “a rete” Nazionale per la Protezione Ambientale(SNPA)- per i Verdi- è il passaggio obbligato per fare traghettare l’Ente fuori dal guado in cui è si è trovato a causa di scelte poco oculate e per scarsa vigilanza da parte della Regione.
E’ ora di cambiare passo e procedere speditamente per restituire credibilità all’ARPAB quale soggetto finanziato da fondi pubblici e, pertanto, a disposizione della collettività nel suo ruolo di terzietà nei controlli. E solo così l’ARPAB migliorerà le azioni in campo ambientale tornando ad essere il punto di riferimento autorevole per i cittadini e le associazioni. i quali si meritano un’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente che svolga la propria mission nell’esclusivo interesse dell’ambiente e degli ecosistemi. I cittadini lucani devono potersi permettere il diritto ad avere fiducia sulla qualità dei controlli effettuati. Una fiducia che non potrà esistere finché non si abolisca la modalità di selezione finora attuata e finchè l’ente non diventi una struttura prevalentemente scientifica, quanto più terzo possibile rispetto alla politica scongiurando definitivamente la nomina, in danno dell’ambiente e della natura lucana, di uomini o donne con scarse competenze manageriali e ambientali.
Se proprio dobbiamo farlo, io sottolineerei l’esigenza di avere un ente che fosse quanto più terzo possibile rispetto alla politica, una struttura prevalentemente scientifica dove la politica non cerchi e trovi sponda per fare scelte in danno dell’ambiente e della natura, nominando uomini o donne senza alcuna competenza né manageriale né ambientale. In Basilicata, proprio per il costante pericolo ambientale, serve un’agenzia che interpreti il bisogno di trasparenza e obiettività, che monitori costantemente la qualità delle matrici ambientali presenti, sostenendo processi di transizione lì dove l’inquinamento fosse presente. Le competenze e gli strumenti non mancano. I cittadini hanno bisogno di fidarsi di chi dovrebbe fare informazione e prevenzione. La vicenda Tisci è ascrivibile ad una interpretazione sbagliata dei ruoli che la politica assegna a certi personaggi che immeritatamente sono collocati qua e là senza alcuna preventiva selezione oggettiva, solo per corrispondere un “premio” all’impegno e alla fedeltà mostrata al partiti o al politico di turno. È prassi oramai consolidata, ma la prerogativa di “nominare” i propri uomini deve sempre fare il paio con la qualità manageriale e morale dei prescelti. Aver sottaciuto ai tanti segnali di
inadeguatezza mostrata in diverse occasioni dall’ex DG ha portato nel tempo la credibilità dell’agenzia per l’ambiente ai minimi storici. Chiediamo che si apra ad una nuova fase di rilancio dell’agenzia, partendo dalla selezione trasparente del nuovo DG che non sia solo per merito di appartenenza politica, ma si premi soprattutto la qualità manageriale e morale dei candidati. Bene dunque l’interruzione del rapporto di lavoro con chi ha mostrato disprezzo per le lavoratrici e i lavoratori, assumendo atteggiamenti sia antisindacali che di arroganza in spregio a qualsiasi regola. Noi riteniamo invece che l’Arpab vada potenziato, rilanciata e gestita nell’interesse dei cittadini e dell’ambiente.