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Vertenza COSIN, la delusione della CGIL materana

Non per alimentare una sterile polemica, ma quanto affermato dalla Provincia tramite un comunicato stampa pubblicato in data 24 febbraio c.m., a proposito della vertenza ex Cosin, lascia interdetti e insoddisfatti ed induce ad esprimere ulteriori riflessioni . Su questa vicenda, sembra sempre più chiaro che manca la volontà politica a risolvere il problema occupazionale dei 70 lavoratori e manca un impegno concreto a trovare soluzioni definite e definitive.

E’ troppo semplicistico giustificare la mancata prosecuzione dell’attività lavorativa dei 70 storici lavoratori con l’assenza delle risorse, coi mancati riscontri della Regione, col patto di stabilità. Sorge spontanea, per l’ennesima volta, la domanda: ma la Provincia di suo cosa mette in campo? Quale sforzo intende dispiegare per dare un segnale del suo impegno in questa drammatica vicenda? Ad oggi non è dato ancora sapere. Anzi, le uniche strade che l’ente ha indicato sono: ‘scaricare’ il problema interamente sulla Regione o ‘gettare’ i lavoratori in ammortizzatori sociali. Tali soluzioni non denotano un progetto o un impegno a risolvere concretamente il problema restituendo a tali lavoratori un loro sacrosanto diritto: il lavoro. La Provincia deve dare prova di un impegno concreto e reale ma soprattutto non ammantare le sue intenzioni a risolvere il problema solo di belle parole o di formale solidarietà.

Occorrono fatti e solidarietà sostanziale e non praticare la politica dello “scarica barile”. Non bisogna dimenticare che questi lavoratori sono stati stabilizzati dall’Ente Provincia, non possono essere considerati figli di un dio minore né possono essere riprecarizzati dall’Ente, che ha consentito loro di passare dallo status di LSU allo status di lavoratori dipendenti.

La CGIL insiste, pertanto, nel rivendicare che da parte della Provincia si ridia il lavoro, per sette mesi negato, ai 70 lavoratori che sono uomini e donne con una dignità che non va ulteriormente umiliata, che sono madri e padri con famiglie a cui si sta negando pane e lavoro (oggi, 28 febbraio, è l’ultimo giorno di sussidio di disoccupazione per questi lavoratori).

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