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Vertenza Gruppo Dema-Dar-Dcm: “Il Mise si muova e ci convochi servono risposte alle crisi industriali. In DCM 85 posti di lavoro a rischio”

Nella giornata del 23 marzo 2021 la DCM Srl in liquidazione e la DAR Srl hanno inviato alle organizzazioni sindacali una comunicazione che rende nota l’intenzione di procedere alla cessione del ramo d’azienda di proprietà della prima, alla seconda.

Fin qui nulla di particolare, se non l’annuncio che la DAR intende rilevare solo 100 dei 185 dipendenti, abbandonando i restanti al proprio destino.

Come Fim Cisl riteniamo questa presa di posizione come un’accelerazione inopportuna e irrispettosa, sia dei lavoratori che perderebbero irrimediabilmente il loro posto di lavoro, sia delle istituzioni; ricordiamo infatti la presenza di due tavoli di crisi già istituiti sia presso il MISE che presso la Task Force della Regione Puglia che hanno come obiettivo quello di garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali.

«Oggi – fa presente Michele Tamburrano – è quanto mai necessario che imprese e istituzioni, insieme al sindacato stabiliscano un confronto con un impegno e un contributo serio, perché perdere per assenza di confronto sarebbe un errore imperdonabile».

Chiediamo al MISE di fare presto, è necessario che le crisi vengano affrontate, non possiamo parlare solo di Recovery Plan o di strategie di rilancio mentre le aziende sprofondano e i lavoratori con le loro famiglie finiscono per strada.

«Intimiamo, inoltre, sia alla DCM che alla DAR controllata del gruppo DEMA di sospendere sin da subito la procedura ex articolo 47, ossia la procedura sindacale per il trasferimento del ramo d’azienda, e di tornare al tavolo negoziale sindacale per trovare forme di tutela per questi lavoratori che, ad oggi – conclude Tamburrano – sono esclusi dal perimetro dell’operazione anche in virtù delle recenti novità ministeriali previste dalla nuova Legge di Bilancio e degli impegni scritti assunti da DAR nel passato».

Ufficio Stampa Fim Cisl

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