Vertenza Ilva, la Regione sceglie la strada del non voto
Oggi Fim e Uilm con il supporto di Cisl e Uil e dei rappresentanti sindacali sia diretti che degli appalti e indotto hanno fatto un sit-in sotto la sede della Regione Puglia per portare nel Consiglio regionale dedicato alla vertenza Ilva le preoccupazioni dei lavoratori in merito al ricorso al Tar sul DPCM 2017 da parte Governatore Emiliano. Abbiamo potuto assistere alla seduta del Consiglio regionale, senza che ci fosse data lapossibilità di prendere la parola. Atteggiamento alquanto strano, specie se assunto da chi dice di voler parlare solo con il sindacato presente. E così quando poi il sindacato va in casa a fargli visita, non gli dà la parola.
Dagli interventi dei consiglieri regionali è emersa forte la volontà personale da parte del governatore della Puglia di andare avanti con il ricorso al Tar. Durante il dibattito, dagli interventi dei consiglieri è emersa poca sintonia con l’azione intrapresa dal Presidente Emiliano. A più voci è stato chiesto il ritiro del ricorso. Pochi gli apprezzamenti. Una triste pagina di politica si è consumata al momento della votazione dell’ordine del giorno, circa il ricorso al Tar: in aula non si è raggiunto nemmeno il numero legale per effettuare la votazione. Si parla tanto di esercitare la democrazia, ma con la scelta di assentarsi al momento della votazione, è venuta meno la possibilità di condividere la scelta. Un brutto esempio per gli abitanti di questa regione e per i cittadini di Taranto che, da anni, attendono risposte concrete dalle istituzioni.
Il Presidente Emiliano ha trovato eccessivo il sit-in sotto il Palazzo della Regione, volendo far passare il ricorso di un Presidente di Regione come quello di ogni singolo cittadino. Siamo ancora alla fase in cui la Regione Puglia continua a far paragoni tra le due cordate. Al contrario il sindacato non ha mai fatto il tifo per nessuna delle due: per noi l’interlocutore è Alcerot Mittal, dal momento in cui si è aggiudicato la gara. Ricordiamo, inoltre, ai sostenitori della seconda cordata che il piano industriale presentato aveva numeri di esuberi più alti, con un costo del lavoro – quindi salari -più basso. Nei prossimi giorni in assemblea con i lavoratori illustreremo lo stato attuale della situazione. Metteremo in campo tutte le energie, affinché il negoziato possa ripartire, nonostante il ricorso al Tar. Per noi è importante addivenire quanto prima a una soluzione che possa porre fine a questa stanchevole fase di transizione.