Vertenza Ilva: “Pronti per l’incontro al Mise. Il Governo deve chiarire ai sindacati e alle associazioni le intenzioni sulla fabbrica”
Una delle domande a risposta secca che, sia le Organizzazioni Sindacali sia parte delle associazioni vorrebbero fargli, è quella legata al futuro dello stabilimento.
Piacerebbe conoscere, una volta per tutte, in maniera chiara, le intenzioni del Governo sulla vicenda Ilva: tenere aperta la fabbrica, proseguendo sulla via delle bonifiche e della messa a norma degli impianti o chiuderla, come spesso si sente dire da esponenti del M5S.
Quella di domani pomeriggio, sarà l’occasione per ribadire al Ministro che i lavoratori hanno necessità di comprendere come si vorrà traguardare la proroga senza costi per lo Stato, considerato che l’unica via percorribile sia quella di aumentare la Cassa integrazione o diminuire le manutenzioni già carenti non da ora, ma da anni.
Faremo presente al Ministro che negli ultimi anni il livello di sicurezza degli impianti – anche a causa della razionalizzazione delle manutenzioni – è diventato basso. Solo dall’inizio dell’anno, come dimostrano i dati da noi raccolti, l’indice degli infortuni ha subito una forte impennata: dal 1° gennaio si sono registrati importanti eventi nell’area acciaieria con sversamento di acciaio incandescente o foratura di siviera; smottamento lungo il tratto stradale della zona Grf. Anche nell’ultimo mese diversi gli infortuni denunciati – con prima prognosi dai 2 ai 40 giorni – tra i lavoratori diretti.
Domani a Roma porteremo con noi anche la voce dei lavoratori dell’appalto e dell’indotto, che per il 62% circa appartengono alla categoria dei metalmeccanici e dei lavoratori in cassa integrazione delle aree ferme, i quali vogliono garanzie sul proprio futuro.
Abbiamo fatto nostre le preoccupazioni dei lavoratori della ex Marcegaglia Taranto, abbandonati da tutte le istituzioni e segno tangibile che un conto è “a parole” annunciare riqualificazioni dei lavoratori e loro impiego promettendo alternative, un altro conto è “nei fatti” farlo già con sole 70 unità scarse, figuriamoci con 20mila.
Apprensioni – anche queste – che, al margine dell’incontro, rappresenteremo al vice Premier.
Da parte del Ministro Di Maio ci aspettiamo una posizione chiara. Al tavolo le Organizzazioni Sindacali non faranno mancare quel giusto contributo costruttivo, utile a produrre una soluzione definitiva per Taranto.
Ufficio stampa Fim-Cisl