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Vertenze Ilva, Leonardo, Versalis e automotive, il presidente Emiliano incontra sindacati e lavoratori

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, questa mattina ha incontrato presso la Fiera del Levante di Bari i rappresentanti sindacali impegnati in quattro vertenze sul territorio regionale: ex Ilva di Taranto, Leonardo di Grottaglie, Versalis di Brindisi e il polo dell’automotive concentrato nella zona industriale di Bari.

Con Emiliano c’erano l’assessora alle Aree di crisi, Serena Triggiani e il presidente del comitato SEPAC, la task force lavoro, Leo Caroli.

“Qualche giorno fa – ha detto Emiliano in conferenza stampa – ho scritto al ministro Urso per chiedergli di poter condividere alcune questioni relative alla situazione industriale della Puglia: i punti di maggiore crisi riguardano soprattutto l’ex Ilva di Taranto, Leonardo a Grottaglie e Versalis a Brindisi.
Per quanto riguarda l’ex Ilva abbiamo il timore che all’interno del processo di cessione della fabbrica a terzi non ci sia la sufficiente garanzia da un lato dei livelli occupazionali, e dall’altro della effettiva realizzazione dei forni DRI e del processo di decarbonizzazione. Come Regione Puglia siamo convinti che sia difficile per il governo assicurare l’adempimento di questi due punti fondamentali, ovvero lavoro e salute, cedendo l’asset tarantino a terzi senza mantenere una partecipazione pubblica rilevante nella compagine sociale dell’azienda.
Per quanto riguarda Eni Versalis, con grande rispetto, esprimo perplessità sulla ipotesi, che apparentemente da un punto di vista economico sembra avere una giustificazione, secondo cui c’è una perdita strutturale nella chimica di base italiana che produce un buco da 80-90 milioni di euro l’anno e che determina nei conti dell’azienda una perdita non giustificabile.
Premettendo che per ragioni strategiche sull’ex Ilva perdiamo molto di più che 80-90 milioni l’anno, ci chiediamo perché la chimica di base non dovrebbe essere strategica quanto l’acciaio. Chiediamo al ministro di esprimere la sua posizione.
Se la chimica di base non ha più margini di economicità in Europa, come sostiene Versalis, il problema non lo si risolve chiudendo gli impianti di cracking, ma cercando di individuare gli elementi per restituire competitività ad un sistema del quale il mercato ha comunque bisogno. Le nostre aziende, anche quelle di Brindisi, hanno bisogno di rifornirsi dei materiali che vengono dalle fabbriche della chimica di base.
Ringrazio il ministro Urso che ha immediatamente risposto alla mia lettera convocando un incontro per il 5 marzo.

Per questo motivo, oggi ho riunito tutte le rappresentanze sindacali delle varie vertenze, assieme al presidente della task force per le crisi industriali Caroli e all’assessore Triggiani, proprio per stabilire con tutti i lavoratori quello che la Regione Puglia poi andrà a dire al ministro Urso”.

Secondo l’assessora Triggiani quello di oggi è stato “un altro importante momento di ascolto di tutti i sindacati e di tutte le parti interessate a queste vertenze le cui istanze porteremo, con una voce unitaria, all’incontro con il Ministro Urso in programma nei prossimi giorni. Quest’oggi – sottolinea l’assessora regionale alle Crisi industriali, Serena Triggiani – siamo seduti a un tavolo di confronto con il presidente Emiliano che segue da tempo e in prima linea vertenze così complesse, insieme al Comitato SEPAC presieduto da Caroli e dal mio assessorato con delega alle crisi industriali. Si tratta di situazioni di crisi che riguardano settori produttivi e industriali determinanti sia per la tenuta dell’economia regionale e nazionale sia perché coinvolgono moltissime lavoratrici e lavoratori che meritano attenzione e, soprattutto, un futuro occupazionale certo. Ed è per questo che continueremo ad affrontare con fermezza queste vicende anche a livello nazionale con proposte concrete e ci auguriamo risolutive per la nostra Regione e le industrie che la caratterizzano”.

Il presidente del comitato SEPAC, Leo Caroli, ha dichiarato che “Per quello che riguarda l’ex Ilva c’è preoccupazione sul futuro: cediamo nuovamente ad un privato l’acciaieria senza avere ancora avuto garanzie su l’attuazione della decarbonizzazione e sulla salvaguardia dei livelli occupazioni come vincoli. Va invece ribadita la necessità di un ruolo pubblico nella futura compagine azionaria della fabbrica.
Su Leonardo apprendiamo dalle dichiarazioni del governo e dell’azienda di una nuova joint-venture con gli arabi; questo significa non già avviare insieme un nuovo progetto industriale, ma cedere quote pubbliche di un’azienda strategica nell’aeronautica civile agli arabi.
Nella chimica la transizione sta accadendo dalla mattina alla sera e senza quella gradualità necessaria. Manca ancora un piano industriale e nel frattempo si propone l’immediata chiusura del cracking e quindi del polo chimico brindisino. Ci chiediamo tutto ciò si tiene sul piano dell’occupazione e della tenuta sociale di un territorio già in grandissima sofferenza?
Possiamo provare insieme a dire insieme ai sindacati che forse se rimandiamo di qualche mese la chiusura di Versalis abbiamo il tempo per discutere del futuro senza creare vuoti tra la chiusura del primo stabilimento e la partenza del secondo.
Sull’automotive qui ci fa molto piacere fare nostre le posizioni sindacali che non sono meramente schiacciate sulla rivendicazione del differimento della data 2035 in cui si dismette, come da disposizione della Comunità Europea, la produzione delle auto a combustione interna per produrre soltanto elettrico.
Dovremmo nel frattempo partire con politiche nostre locali, italiane, per favorire una scelta tra elettrico-sì ed elettrico-no, con investimenti per la ricerca di innovazione e incentivi per la commercializzazione

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