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Vicenda Geogastock, interviene il consigliere Braia

Si sono rincorsi in questi ultimi giorni comunicati stampa e dichiarazioni che hanno riportato alla ribalta della cronaca regionale una vicenda che seguo da tempo in maniera continua, attenta e puntigliosa nella consapevolezza che materie come quelle legate al rilancio economico della regione ed agli effetti legati alla risorsa Energia, impattano, oggi come non mai, in maniera straordinaria sul “sentiment” del cittadino comune che non riesce a spiegarsi come si può, in una terra quale è la Basilicata, piena di risorse naturali e con un paesaggio straordinario, in alcuni casi, stentare a vivere in maniera dignitosa.

Le risposte sicuramente sono tante ed anche in parte complesse ed articolate, non tutte credo imputabili ad una inefficace azione politica-amministrativa, la quale anche se non immune da responsabilità, viene a più riprese riportata a modello per le altre regioni italiane da importanti agenzie specializzate o dallo stesso Governo nazionale.

Della complessità e articolazione mi preme segnalare, in questo contesto, alcune delle principali questioni sottese alle vicende: la prima sarebbe la presunta scarsa contropartita (credo reale solo per la prima concessione Eni) che le compagnie petrolifere ed il Governo centrale riservino alla Basilicata nonostante l’importante apporto che si dà alla riduzione della bolletta energetica nazionale; la seconda sarebbe quella di elevare al massimo le azioni di monitoraggio dell’ambiente da salvaguardare dalle possibili attività inquinanti, per tutelarlo e valorizzarlo nelle sue straordinarie capacità attrattive che potenzialmente ha nei settori dell’ambiente, del turismo e dell’agricoltura di qualità; la terza è la tempestività delle iniziative che vanno intraprese per sburocratizzare il sistema, velocizzare e rendere trasparenti le procedure di concessione delle autorizzazioni e degli incentivi, quando esistenti, rilanciare l’economia superando pericolosi e spesso inutili tatticismi che rischiano di scoraggiare, sino al punto di far desistere, anche il più convinto degli investitori, impoverendo ulteriormente un territorio che non è sempre in grado di esprimere, soprattutto in alcuni settori, imprenditori locali di livello mondiale in grado di fare investimenti di centinaia di milioni di Euro per stare nel mercato e vincere la concorrenza .

La vicenda Geogastock per certi versi è emblematica, al punto in cui a distanza di oltre 4 anni dall’inizio delle procedure autorizzative, e ad oltre un anno (Giugno 2010) dell’autorizzazione concessa dal Comitato tecnico regionale della Basilicata per quanto riguarda il nulla osta di fattibilità agli impianti ed alle attività di interramento del gas nel sottosuolo (pozzi petroliferi esausti), torna a materializzarsi il rischio di dover ancora prolungare i tempi di attesa per la firma dell’intesa rendendo critica, se non a rischio, l’intera iniziativa imprenditoriale .

Tale evenienza, infatti, rischierebbe di vanificare un investimento sul ns. territorio di oltre 200 Meuro con un potenziale occupazionale, diretto ed indiretto, nella fase di cantiere di oltre 130 unità e, a regime, di circa 25 persone oltre ad una contropartita economica non certamente irrisoria per i comuni interessati che, unita a quella destinata direttamente alla Regione Basilicata (l’ente ne potrebbe aggiungere altre in futuro), potrebbero costituire un fondo importante da utilizzare proprio al rilancio dell’intera Area Valbasento.

Tale evenienza, da scongiurare assolutamente, diventa incomprensibile se sui temi delle contropartite ambientali e delle misure di tutela del territorio, sacrosante ed indiscutibili, siano state consumate non poche riunioni e dibattiti pubblici, consigli comunali aperti conclusi con approvazioni di delibere di assenso ed affrontate poi, con dovizia di attenzione e competenza, da un tavolo tecnico composto da autorevoli esponenti dei dipartimenti interessati che, credo e spero, abbiano ridefinito al meglio nell’ultimo anno di tempo appena trascorso i dettagli dell’intesa, che al netto di ulteriori e migliorative limature credo si debba e si possa considerare definito.

Certamente tutto è migliorabile e credo che sino all’ultimo il presidente De Filippo, a cui andrebbe dato il mandato di chiudere l’intesa, non lesinerà impegno nel rendere ancora più importante, soprattutto sotto il profilo occupazionale, i benefici di un’operazione che, è bene sottolineare, utilizza un’infrastruttura che si è venuta a creare dopo la fase di estrazione di petrolio oramai terminata da oltre 20 anni dove sarà allocato gas che è di proprietà altrui e non proviene dalle nostre viscere ma che in essa dovrà essere iniettata .

Credo che non si tratta di schierarsi a favore o contro le posizioni del presidente De Filippo o del capogruppo Viti, del collega Santochirico o del nostro presidente del Consiglio Folino, del sindaco di Salandra o Ferrandina piuttosto che del comune di Pisticci che sono certo, sono animati tutti dalla volontà di fare il meglio per la nostra regione, ma sto dichiaratamente dalla parte di chi è disposto a lavorare giorno e notte per acquisire tutti gli elementi utili a definire nel breve giro di qualche giorno una strategia che arrivi immediatamente a dare un risultato, che salvaguardi il territorio, che sviluppi la nostra economia, che crei occupazione, che utilizzi al meglio le nostre risorse naturali per il bene della collettività e non “di” o “per” qualcuno, che dia una risposta in tempi celeri e soprattutto definiti a chi attende da anni un esito alla vicenda.

Il “tempo” che, troppe volte in politica ha un valore residuale, per l’impresa e per l’economia è un valore imprescindibile sino a poter significare di cogliere o perdere un’opportunità di business o di mercato, tale concetto ritengo che assuma ancora più valore in un momento in cui pochi investono per paura di sbagliare o per le caratteristiche di un mercato globale in continuo movimento che sposta le convenienze degli investimenti in tempi rapidissimi, in cui la disoccupazione ha raggiunto livelli record anche in Basilicata ed il Pil, non solo quello nazionale, è prossimo allo zero.

Luca Braia – Consigliere Regionale del PD

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