Vinitaly 2022 si conclude con il record di presenze di buyer stranieri
Si conclude la cinquantaquattresima edizione di Vinitaly con il record storico di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale ingressi. Sono venticinquemila gli operatori stranieri (da 139 Paesi) che rappresentano infatti il 28% del totale degli operatori arrivati in fiera (88.000).Un’ elevata presenza nonostante la fortissima contrazione, legata alle limitazioni pandemiche, agli spostamenti internazionali, degli arrivi da Cina e Giappone, insieme ai buyer russi. Un contingente che pesa complessivamente per circa 5.000 mancati arrivi ma che non ha impedito la rimodulazione dell’assetto partecipativo di una manifestazione che in chiave nazionale ha anche rilanciato le presenze del Centro-Sud, in rialzo, con quelle del Nord. Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali: “Incontri come quello di Vinitaly, dopo 2 anni di interruzione, rappresentano per le filiere produttive italiane occasioni di scambio di informazioni tra i diversi
attori del mercato, capaci di rafforzare rapporti commerciali a livello nazionale e internazionale. Straordinario ritrovarci e straordinari i numeri che emergono: record di esportazioni nel 2021 di vino pari a 7,1 miliardi di euro, con una crescita del 12,4% dati che non contengono tutto il potenziale che ancora possiamo offrire e su cui dobbiamo investire. Ciò ci fan ben sperare per il futuro, anche se Istituzioni, aziende e associazioni si debbono impegnare per fronteggiare al meglio le non poche sfide che troviamo difronte in questo particolare momento. Questi numeri però sono “freddi”. Non contengono tutto il portato di valori, di cultura, di storia, di sapiente mix di innovazione e tradizione che è parte essenziale del mondo del vino. Quelle sensazioni e significati che acquistano valore solo con le nostre eccellenze. Noi non produciamo solo eccellenze. Noi produciamo distintività, territorialità, gusto. La stessa differenza che c’è tra il
freddo know-how e quanto stiamo esprimendo in termini di innovazione pur mantenendo e valorizzando le nostre specificità territoriali, culturali e strategiche”.
“Il ruolo delle fiere italiane è sempre più legato all’aumento numerico delle imprese che si avviano all’internazionalizzazione, in particolare delle Pmi dichiara il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese. Il Vinitaly, in questa edizione più che mai, si è concentrato molto su questo aspetto con un risultato molto positivo in favore di un settore morfologicamente caratterizzato da piccole realtà. Guardiamo ora al 2023 con un evento ancora più attento alle logiche di mercato e alla funzione di servizio e di indirizzo della nostra fiera in favore di un comparto che abbiamo ritrovato entusiasta di essere tornato a Verona dopo 3 anni”.