Visioni del Sud. Al museo in bicicletta un finissage a pedali
Si è conclusa con speciale in bicicletta la mostra allestita negli spazi del Museo delle Civiltà / Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma. Un omaggio al ‘fotografo in bicicletta’ Giuseppe Palumbo, grande intellettuale e studioso di inizi Novecento, ecologista ante litteram, esploratore e appassionato del patrimonio preistorico salentino, autore di una collezione di oltre 1700 immagini rimaste dimenticate per sessant’anni.
Domenica 4 marzo, tra musiche e aperitivi salentini, un gruppo di appassionati ciclisti ha visitato, pedalando per tutto il museo, la mostra che riscopre il Sud Italia dei primi del Novecento e lo racconta in chiave contemporanea. Interventi musicali di Oscillum , ovvero i musicisti Pierpaolo Caputo e Donatello Pisanello. Attraverso un allestimento site specific, ridisegnato sugli spazi del museo capitolino, Visioni del Sud “mette in scena” il Salento, fotografato da Palumbo tra il 1907 e il 1959, trasformando la maestosa Sala delle Regioni in una grande piazza allestita a festa con una suggestiva installazione fatta di luminarie, che sarà il cuore della mostra. Le luminarie, prodotte dalla storica ditta salentina Parisi Luminarie fanno da sfondo alla mostra che dialoga all’interno del museo con i temi delle arrti e tradizioni popolari.
Questa mostra itinerante promossa da Istituto di Culture Mediterranee (ICM), Cinema del reale, OfficinaVisioni, Big Sur, curata da Paolo Pisanelli e Francesco Maggiore, è arrivata lo scorso dicembre nella Capitale grazie all’impegno dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia e del Museo delle Civiltà per far conoscere e valorizzare in modo originale e sperimentale l’archivio fotografico di Giuseppe Palumbo. La grande sensibilità artistica di Palumbo è riuscita infatti a produrre immagini che raccontano l’estremo Sud dell’Italia dei primi anni del ventesimo secolo, restituendo in modo aderente alla realtà e senza enfasi il popolo a cui appartenevano i costumi etnografici.
Contadini, artigiani, cantastorie, tessitrici, piccoli pastori con le loro greggi: Palumbo ha sempre mantenuto un contatto con gli abitanti del proprio territorio, che ha ispirato suggestivi reportage agresti che restituiscono spazi in cui l’uomo aveva un rapporto di consapevole rispetto sia con l’ambiente naturale, fonte di vita, che con la propria stessa identità. Questa indagine fotografica acuì la sua naturale sensibilità alla conservazione del patrimonio naturale, che lo portò a impegnarsi nella causa della tutela dei boschi plurisecolari che allora attraversavano gran parte della penisola salentina.
Un’attenzione non esclusivamente riservata al patrimonio naturale: Palumbo documentava anche i luoghi, le genti, le tradizioni, i monumenti preistorici per denunciarne l’incuria e la distruzione che avveniva per far spazio a nuove strade e costruzioni. Una storia che si ripete e che rende attualissimi i temi e le riflessioni che l’esposizione sollecita. Visioni del Sud si propone di valorizzare questo grande patrimonio, suggerendo un nuovo sguardo su un archivio “aperto” e, come nel desiderio dello stesso fotografo, destinato alla fruizione pubblica. Un’esposizione moderna che prende forma proprio in un museo di arti e tradizioni, come segno della necessità di coniugare ieri e oggi per arrivare al domani. E quindi spazia tra la colorazione delle immagini e l’utilizzo di lightbox, passando per la rilettura dei tradizionali ‘lampioni’, le luci avvolte da carta velina utilizzate il 21 giugno per la festa del Solstizio d’estate a Calimera, paese di origine del fotografo, che verranno stavolta ricoperte di carta trasparente che riproduce le immagini dell’archivio, ricreando un suggestivo angolo di festa.
Una mostra-laboratorio che esplora un materiale “vivo”, raccolto grazie al contributo dell’Archivio della Famiglia Palumbo, del Fondo Chiriatti conservato dal Comune di Zollino, dell’Archivio Renato Colaci e dell’Archivio Cinema del reale: per questo accoglie, oltre alla sezione dei documenti e delle fedeli riproduzioni fotografiche, rielaborazioni e riletture di archivio da parte di artisti, designer, scrittori, film-maker e musicisti. Tra le produzioni di Visioni del Sud: Memorie di Anna documento realizzato dal regista Paolo Pisanelli, che raccoglie l’appassionata testimonianza della figlia Anna Palumbo, e l’audio-doc dedicato all’opera dell’autore presentato dalla studiosa e critica d’arte Ilderosa Laudisa.
Ma anche le installazioni Archivi di luce di Maurizio Buttazzo, realizzate con oggetti polimaterici e di recupero che si innestano alle fotografie dell’Archivio Palumbo, e Sedici scatti luminosi del Big Sur, che ha selezionato alcune tra le più belle immagini prodotte dal fotografo salentino per dargli nuova vita attraverso la luce e il colore in un incontro tra la pratica meccanica e chimica della fotografia di ieri e l’elaborazione cromatica digitale di oggi.
Dopo Roma, la mostra/installazione Visioni del Sud nella prossima primavera sarà allestita in un nuovo grande spazio culturale che sarà inaugurato nel centro storico di Lecce. Visioni del Sud è un progetto di Istituto di Culture Mediterranee, Associazione Cinema del reale, OfficinaVisioni, Big Sur; realizzato da Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia – Museo delle Civiltà; con Archivio Museo Sigismondo Castromediano – Lecce, Archivio Famiglia Palumbo, Fondo Giuseppe Chiriatti/ Biblioteca Comunale “Maniglio” – Zollino, Archivio Renato Colaci, Archivio Cinema del reale; sostenuto da Regione Puglia, Unione Europea – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, Provincia di Lecce, Puglia Sounds, Teatro Pubblico Pugliese, Puglia Promozione, Apulia Film Commission; in collaborazione con Comune di Zollino, Comune di Calimera, Comune di Corigliano d’Otranto, Associazione Pugliese Editori, Scuola d’arte Cinematografica “Gian Maria Volontè”, Istituto Luce Cinecittà, Università Roma Tre – Dipartimento di Architettura; con il patrocinio di Distretto Produttivo Puglia Creativa, GAL Capo S. Maria di Leuca; e la partecipazione di Cineteca Lucana, Archivio Audiovisivo del Movimento operaio e democratico.