Visite guidate al Parco della Murgia: ripartenza non fa rima con trasparenza
Le guide turistiche e quelle escursionistiche ambientali rappresentano la preziosa interfaccia della Città dei Sassi e del Parco della Murgia materana capace di lasciare nei visitatori quella impressione scolpita nell’anima che, rientrati a casa, li trasforma in convincenti ambasciatori generando la più efficace delle promozioni pubblicitarie, quella che viene dall’amico, dal parente o conoscente ed in grado di generare virtuosi ritorni economici per la nostra Città. Eppure sono professionisti soventemente bistrattati dai concittadini che si sentono “come Gesù nel tempio” e, ancor peggio, praticamente mai coinvolti dall’amministrazione comunale nei processi decisionali che riguardano la materia di cui sono impagabili narratori.
In questi giorni sono in arrivo i primi turisti della stagione. Fa particolarmente rabbia dover constatare che anche questa timida occasione per uscire, con le ossa rotte ma vivi, dalla disastrosa crisi del settore turistico locale imposta dall’emergenza covid-19, debba essere frenata, rallentata dall’indeterminazione. In particolare la totale chiusura di tutte le migliori chiese rupestri nel Parco della Murgia comprese nell’area di Murgia Timone sono chiuse, non visitabili, a partire dalla scorsa settimana. Un’intempestiva evenienza dovuta all’apertura dei cantieri di Invitalia per la realizzazione del progetto “Civiltà dell’uomo” che, insieme al progetto “Preistoria”, dureranno, presumibilmente circa sette mesi, vale a dire fino a quando inizierà, a febbraio, la bassissima stagione. Che dire, peggio di così… Abbiamo già denunciato la totale mancanza di trasparenza e partecipazione rispetto a questi due importantissimi interventi. Adesso prendiamo atto che forse chiedere un incontro con le guide per condividere l’accesso a Murgia Timone in generale e alle chiese rupestri in particolare, è un’occasione persa di trasparenza e di ascolto di una categoria di professionisti che riescono a dare lustro alla Città più di quanto si possa immaginare. Operatori turistici che vedono frustrata la loro ripartenza proprio perché mai coinvolti nella condivisione di questi progetti che interessano il loro campo di attività professionale, la Murgia. Ci permettiamo di suggerire, per salvare il salvabile, un compromesso tra esigenze di cantiere e sopravvivenza di un intero settore turistico: lasciare fruibile almeno una chiesa rupestre in attesa della riapertura delle altre cantierizzate. Ci permettiamo, infine, di chiedere al Sindaco se per tutti gli interventi previsti dai progetti Invitalia è già pronto un piano di gestione immediatamente operativo, vero tallone di Achille di tutte le iniziative intraprese in questa Città.
Mimma Giovinazzo – Guida Escursionistica Ambientale ed attivista