“Per chi vuole sparare”, documentario su chi vive una vita di duro lavoro ai margini della società
“Per chi vuole sparare” è il documentario di Pierluca Ditano (originario di Fasano) sulla dura lotta per la sopravvivenza degli uomini ai margini della società, in una grande città come Torino ed in quello che è considerato il più grande mercato all’aperto d’Europa. Uomini con un lavoro usurante e con garanzie minimali, che li costringe, avendo alle spalle problemi familiari, a fare scelte difficili per sopravvivere. Il documentario verrà proiettato venerdì 5 gennaio alle ore 18.30 (ingresso libero) nell’aula consiliare del Palazzo municipale di Fasano. Interverrà proprio il regista Pierluca Ditano.
L’iniziativa è organizzata dal Comune (assessorato alla Cultura) e sarà proprio l’assessora al ramo Annarita Angelini a fare gli onori di casa in rappresentanza dell’Amministrazione comunale ed a presentare lo stesso autore del documentario, giovane film-maker 27enne che ha studiato all’Università di Torino ed alla scuola di documentario “Zelig” di Bolzano. Ditano ha curato anche la sceneggiatura ed il suono del documentario.
«L’idea di proiettare il lavoro di Pierluca ha una duplice valenza, sociale e culturale al tempo stesso – sottolinea l’assessora Angelini -. Intanto, pur documentando una realtà geografica lontana da noi, come quella torinese, l’autore ci dà uno spaccato sociale che purtroppo si riproduce un po’ in tutta Italia, quello del lavoro duro, massacrante e spesso senza garanzie retributive e previdenziali. Peraltro, la storia di Peppino, che il regista racconta, si situa proprio nel periodo temporale giusto, considerato che si parla dei botti di Capodanno: così, noi – rimarca l’assessora Angelini – ci godiamo lo spettacolo dei fuochi pirotecnici, mentre dietro le quinte c’è chi si spacca la schiena a ritmi massacranti per potercelo far godere. Peraltro, Pierluca Ditano è un giovane talento nostrano che ha voluto prepararsi al massimo (studiando al nord) per raggiungere il sogno di diventare film-maker ed è giusto dargli quella visibilità e quel riconoscimento, qui in loco, che certamente merita»