Xylella, il piano del commissario Silletti al vaglio del Ministero delle Politiche Agricole
Il Piano per l’emergenza ‘Xylella fastidiosa’, firmato dal commissario straordinario Giuseppe Silletti, da ieri è sul tavolo del Comitato Scientifico Nazionale del Ministero alle Politiche agricole, che lo esaminerà in maniera dettagliata per poi dare l’ok o, al contrario, suggerire altre indicazioni e correzioni. Poi, il Piano sarà valutato anche dal Comitato di monitoraggio e dal Dipartimento della Protezione Civile per il via libera definitivo. In ogni caso, i tempi saranno brevissimi (al massimo una settimana).
Un piano rivendicato dal commissario stesso: “Prima di essere commissario, sono agronomo e, quindi, so di cosa stiamo parlando e quello che bisogna fare. Prima di portare il Piano a Roma l’ho condiviso con il territorio, cioè ho trovato il placet di associazioni di categorie, sindaci, contadini. In linea di massima sarà approvato così com’è, per cui sarà sicuramente confermata la fascia lineare di eradicazione più ampia, che passa dal chilometro previsto nel decreto ministeriale di qualche mese fa ai 15 chilometri attuali, dallo Jonio all’Adriatico”, ha detto il commissario Silletti. Confermata l’eradicazione anche nel focolaio di Oria (BR), attorno al quale sarà prevista un’altra ‘fascia cuscinetto’, rispetto a quella delimitata per la provincia di Lecce, che però sarà concentrica e non lineare, ed avrà l’ampiezza di due chilometri.
Una delle novità più importanti del ‘piano Silletti’ è il contenimento dei pesticidi, una frenata significativa considerato che il loro utilizzo non sarà più a pioggia e indistintamente su tutto il territorio, com’era, invece, stato previsto inizialmente, ma solo sulle piante infette. Così facendo, il commissario ha dato seguito alle richieste avanzate nel corso del vertice in Prefettura dai sindaci e dalle associazioni degli olivicoltori, fortemente preoccupati delle conseguenze che l’uso indiscriminato di insetticidi avrebbe potuto provocare sia sulle piante sane e biologiche, ma sull’intero ecosistema salentino. C’è, quindi, il ‘semaforo verde’ per i pesticidi, ma solo dove saranno necessari.
“La situazione è disastrosa – ribadisce il commissario – bisogna agire subito e non perdere altro tempo. I pesticidi sono stati sempre usati nei casi in cui servono. Abbiamo però corretto la determina regionale in cui era stato previsto utilizzo di fitofarmaci anche sui muretti a secco e sulla macchia mediterranea. Ora dobbiamo capire che maggiori saranno gli interventi con le pratiche agricole, cioè arando e tenendo puliti i campi, e meno ci sarà bisogno di insetticidi”.
Come noto, il batterio viaggia su un ‘vettore’ noto come ‘cicala sputacchina’, e può arrivare ovunque. “Occorre cominciare subito: le due azioni da mettere immediatamente in pratica sono le normali pratiche agronomiche, in particolare l’aratura dei terreni, perché in questo modo non si darà la possibilità alle larve di diventare insetti che veicolano la malattia. È importante che l’aratura si faccia al massimo entro il 20 aprile, poi da maggio in poi penseremo ai pesticidi, fermo restando, ripeto, che più ampie saranno le zone pulite meno invasivo sarà l’utilizzo di insetticidi”, ha continuato Silletti, che ha anche confermato che si procederà con l’abbattimento degli alberi malati che si trovano nella fascia di eradicazione, compresi quelli del nuovo focolaio di Oria.