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ZES Lucana, incontri sul tema a Bari e Bisceglie

L’Associazione Zes Lucana continua ad ascoltare i validi interventi tecnici sulle Zes che si sono susseguiti il 13 dicembre a Bari con il professor Claudio De Vincenti e il giorno successivo a Bisceglie con il professor Giuseppe Catalano, coordinatore della Segreteria Tecnica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’arch. Roberto Traversi, Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, insieme e ai due presidenti dell’AdSP Sergio Prete e Ugo Patroni Griffi. In entrambi gli incontri è stato fatto cenno allo stato di sofferenza che sta traversando il tessuto produttivo di alcune aree del Mezzogiorno, che rende urgente riattivare strumenti di politica industriale varati nella precedente legislatura e poi inspiegabilmente messi da parte nell’ultimo anno e mezzo: dagli investimenti infrastrutturali previsti nei Patti per il Sud alle Zone economiche speciali (Zes). Ambedue gli strumenti sono stati per lunghi mesi abbandonati a sé stessi da una sostanziale assenza di direzione politica. Le Zone economiche speciali, pur rimaste ancora al palo, hanno dimostrato diavere una credibilità intrinseca. Il sistema bancario ha messo a disposizione fondi consistenti – a oggi 2,6 miliardi di euro – per le imprese che investiranno nelle Zes: dopo Banca Intesa, che fin dall’inizio ha sostenuto il programma, sono entrate in campo ora anche altre banche a cominciare da UniCredit. E’ mancata invece altrettanta convinzione da parte delle istituzioni che sul fronte semplificazioni si è limitato a
disporre il dimezzamento dei tempi delle procedure, senza che la norma abbia natura realmente vincolante, come del resto non ce l’hanno i termini procedurali rispetto ai quali dispone il dimezzamento. Sul fronteCredito d’imposta per gli investimenti privati nelle Zes, si è perso più di un anno appresso a una discussione surreale interna alle amministrazioni centrali e regionali sulla natura automatica o meno dell’incentivo, quando era chiaro fin dalla norma istitutiva del 2017 il risultato cui quella discussione è infine approdata nel settembre scorso: l’incentivo ha natura automatica esattamente come il più generale Credito d’imposta Sud.
Nella Legge di bilancio oggi in discussione è previsto un incremento della dotazione di risorse per questo strumento e l’istituzione della figura di un Commissario governativo per ogni Zona. Il Presidente Bardi già nella relazione programmatica del 29 maggio rimarcò l’opportunità di favorire le zone economiche speciali, contestualmente, ad un programma per lo sviluppo industriale ed è adesso giunto il momento della concertazione istituzionale e sociale, coinvolgendo le associazioni imprenditoriali, le componenti sindacali e i sindaci, ma soprattutto discutendone con esperti della materia per capire se sarà mai possibile uno snellimento delle procedure tecnico-amministrative e rendere attrattiva la nostra regione. Occorre partire quindi dal tema delle infrastrutture – viarie, ferroviarie e anche aeroportuali (aviosuperficie di Pisticci)– necessarie per favorire investimenti produttivi non solo nell’area Zes Jonica ma anche negli altri nuclei industriali e nelle aree per gli insediamenti artigiani. V anno subito indicate le aree immediatamente disponibili e gli strumenti attuativi per reperire i finanziamenti per poterle infrastrutturare.
Servono adesso azioni programmate al rinnovamento della base produttiva. In coerenza con i più recenti orientamenti europei, le azioni previste per lo sviluppo occupazionale e produttivo delle ZES in Basilicata devono mirare a favorire tutte le condizioni per l’attrazione degli investimenti e, nel contempo, sostenere percorsi in grado di riattivare/riqualificare/diversificare le produzioni e gli asset (stabilimenti produttivi, servizi reali, competenze industriali, capitale umano) presenti in tali aree. Anche la rete delle Micro e PMI sul territorio potrebbe favorire il coordinamento tra i soggetti preesistenti e attirare nuovi soggetti nelle aree di intervento,
magari con investimenti produttivi a carattere innovativo. I programmi territoriali devono essere elaborati, avviati e implementati attraverso un percorso di coinvolgimento attivo degli stakeholders interessati a procedure negoziali in grado di favorire un approccio integrato finalizzato ad intervenire sui fattori di svantaggio territoriale. Ecco l’urgenza di una politica industriale definita sulla base di una visione strategica della crescita territoriale. Ecco la necessità di puntare sui facilitatori degli investimenti esterni. Gli effetti di queste strategie produrranno quella ripresa che, come riportato nell’ultimo Rapporto Svimez, sta
interessando le regioni del Sud Italia nel loro insieme e che permetteranno anche di pianificare e sostenere interventi di politiche attive al lavoro tese allo sviluppo socio-economico dei territori. Il Ministro Provenzano
vigili e la Regione Basilicata imbocchi la strada dello sviluppo industriale.
Pierluigi Diso – Coordinatore Associazione Zes Lucana
 

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