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ZES Unica, l’eurodeputata Gemma difende le scelte del Governo

“L’ennesima sterile polemica da parte dell’opposizione contro lo sviluppo del Mezzogiorno è stata sconfessata dal governo Meloni. Da alcuni giorni è operativo il decreto attuativo per la Zes Unica, la Zona Economica Speciale del Sud Italia. Infatti, dal 12 giugno scorso e fino al 12 luglio prossimo, le imprese potranno presentare le domande per ottenere un credito d’imposta relativo agli investimenti che hanno già fatto o intendono fare quest’anno nell’ambito dell’acquisizione di beni strumentali per strutture produttive nelle regioni meridionali. L’agevolazione punta a creare condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi per lo sviluppo delle aziende già operanti in tali aree e per stimolare l’insediamento di nuove”.

L’eurodeputata di Fratelli d’Italia, appena rieletta a Bruxelles, interviene su un’importante misura per il Mezzogiorno. “La Zes Unica – spiega – è stata concepita per dare una risposta operativa alla crisi economica e per avviare un intervento che tende a supportare il Mezzogiorno con investimenti produttivi che, secondo alcune analisi, potranno generare circa 70mila nuovi posti di lavoro. La misura – aggiunge – porterà alla creazione della più ampia zona a tassazione agevolata d’Europa. Un’idea innovativa e ambiziosa, realizzata dall’incessante lavoro del ministro Fitto, che consentirà alle regioni del Sud di crescere davvero, superando le vecchie logiche localistiche. Proprio il ministro Fitto ha voluto un’unica Zes Sud invece delle piccole otto Zone economiche speciali già esistenti. Questa scelta consente importanti passi in avanti rivolti alle imprese sulle semplificazioni nelle autorizzazioni e nell’uso delle risorse della fiscalità. Inoltre, con un’unica struttura centrale che gestisce la Zes Unica, il costo della riorganizzazione della governance è inferiore al costo delle vecchie otto Zes zonali.

È importante – conclude l’on. Gemma – cogliere le potenzialità di uno strumento come questo perchè dà la possibilità al Mezzogiorno di attrarre nuovi investimenti e di svilupparsi attraverso la produzione e la creazione di posti di lavoro e non con interventi assistenziali a pioggia. Ovviamente, è necessario che le azioni siano coordinate con tutti gli altri attori del territorio a partire dalle Regioni”.

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