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“Pascoli e Matera”: il saluto del presidente De Filippo

“La presenza a Matera, per ben due anni, tra il 1882 e il 1884, del giovanissimo professore di Latino e Greco Giovanni Pascoli, è un evento che, seppur casuale e vissuto con sofferenza nel primo periodo da colui che passerà alla Storia tra più Grandi Poeti di ogni tempo dell’Italia, riempie noi lucani d’orgoglio: per l’onore immenso di averlo ospitato nella Basilicata post Unitaria e per il prestigio che la sua presenza ha di riflesso conferito ai luoghi del suo lavoro, degli studi, della vita quotidiana. Parliamo del Liceo “Duni” e della biblioteca comunale annessa allora al suo convitto, di quella splendida composizione artistica, ambientale, architettonica, storica, unica nel suo genere e non replicabile in nessuna parte del Mondo rappresentata dai Sassi di Matera.

Città del Sud sporto nel Mediterraneo crocevia di merci, etnie, conoscenze, culture. Che circa cento anni dopo la permanenza di Pascoli caratterizzati, a cavallo delle due Grandi Guerre, da decenni di forte disagio sociale abbinato a rimozione intellettuale, sarebbe diventata Patrimonio dell’Umanità; e nel Terzo Millennio avrebbe avanzato, con modestia associata a forte e decisa consapevolezza dei suoi splendidi tesori conservati nelle sue mura e sul territorio regionale, la propria candidatura a Capitale Europea della Cultura per il 2019. Una proposta che ha un significato di riscatto non solo per la Basilicata ma anche per il Mezzogiorno.

La visita del Presidente del Senato Italiano, Renato Schifani, testimonia ancor più il grande significato della presenza di Giovanni Pascoli a Matera.

La Regione, che mi onoro di rappresentare, affiancherà e sosterrà il Comune di Matera nelle iniziative, in parte avviate, finalizzate alla valorizzazione della presenza di Pascoli, con particolare riferimento al tentativo di ricostruzione del materiale bibliografico ad esso dedicato”.

Lo ha dichiarato il presidente Vito De Filippo, nel corso del suo saluto alla manifestazione “Pascoli e Matera”, a Palazzo Lanfranchi, nell’ambito delle ricorrenze del centenario della morte del Poeta nato a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1885 e morto a Bologna il 6 aprile del 1912.

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